12.
CHE COS’È LA SESSUALITÀ
Riassunto
Il fatto che la sessualità sia la forma di piacere più intensa è notorio ed indiscutibile.
Tuttavia, come è noto, tale piacere è anche associato a notevoli problematiche. Basti pensare che, la sua istituzionalizzazione mediante matrimonio, dove uomo e donna devono stare quasi a contatto, nudi, di notte, in uno stesso letto comune, si è statisticamente dimostrata fallimentare.
Ciò significa evidentemente che le finalità della sessualità sono altre, non necessariamente identificabili nella procreazione.
Tali vere finalità sono state ora scoperte.
Tutti hanno provato le sensazioni sessuali; tutti sanno che sono le sensazioni più piacevoli ed intense che si possano provare.
Tuttavia la sessualità è attualmente un qualcosa di paragonabile ad una droga: sia perché non è facilmente gestibile, sia perché ha degli effetti collaterali sconosciuti, sia perché è mitizzata dall’ambiente in cui l’individuo vive, al punto di renderla un fatto obbligatorio per essere normali, per essere apprezzati dalla società.
Più sesso si fa, più si è considerati in gamba, forti, moderni, positivi.
Resta il fatto che, nonostante tutti e tutto parli di sessualità, nessuno sa veramente cos’è la sessualità da un punto di vista concettuale; ciò che attualmente si sa sulla sessualità sono solo risultati statistici: quante volte si fa all’amore, quante volte la donna raggiunge l’orgasmo, quanti sono percentualmente gli omosessuali, eccetera.
E’ dunque opportuno che io esponga il risultato delle mie ricerche sulla sessualità.
Innanzi tutto va capito che qualsiasi espressione materiale dell’Universo può essere collocata o in un processo evolutivo, o vitale, verso Dio (qui inteso come energia psichica senza materia), o in un processo involutivo, o mortale, verso il Buco Nero (materia ultra compatta e priva di energia psichica).
Il processo evolutivo, o vitale, comporta la appropriazione da parte della materia di spazi sempre maggiori.
Per fare ciò la materia deve aggregarsi con altra materia in un modo che consenta alle varie parti materiali di essere “unite – ma separate da spazio”.
Come il nucleo dell’atomo è unito ai suoi elettroni, ma nel contempo è separato da essi mediante lo spazio in cui questi orbitano. Come la Luna che è aggregata alla Terra pur essendo lontana da questa. Come le persone che formano una processione. Come gli stormi degli uccelli; come i banchi dei pesci; come le mandrie allo stato brado.
Ciò premesso, e riferendoci alla situazione umana, si ha che ognuno di noi ha bisogno di creare “molecole sociali”; ovvero, creare delle strutture sociali di appartenenza che consentano all’individuo una sicurezza di vita maggiore di quella che egli potrebbe avere se stesse da solo.
E’ infatti ben noto che “l’unione fa la forza”.
Per creare tali molecole sociali l’individuo dispone di tre tipi di “Forze Distanziatrici Aggreganti”:
la aggregante di LONTANANZA
la aggregante di CONTATTO
la aggregante di PENETRAZIONE
Tali Forze Distanziatici Aggreganti sono paragonabili alle tre notorie forze o interazioni fisiche
Gravitazionale
Elettromagnetica
Nucleare
ma sono di verso opposto.
Le interazioni gravitazionale, elettromagnetica e nucleare sono centripete, convergenti verso un centro, compattanti; le Forze Distanziatrici Aggreganti sono invece centrifughe, tendono ad allontanarsi dal centro, tendono a dilatare la materia (come un gas che mantiene gonfio un palloncino).
Per capire cos’è la sessualità è dunque prima necessario capire cos’è la vita, cos’è la nostra cognizione di esistere, cos’è la voglia di vivere.
Quando l’individuo nasce ha un suo programma di vita; una méta da raggiungere che giustifichi il suo agire.
Egli deve conoscere l’ambiente in cui si trova, capire le cose che vede LONTANE da sé, stabilire la loro utilità per la sua vita, avvicinarle a sé: fino ad entrare in CONTATTO di esse se necessarie, impadronirsene ed integrarle facendole PENETRARE nel suo corpo.
Se consideriamo un neonato, possiamo capire come egli si senta tranquillo quando vede (LONTANANZA) la sua mamma; quando sente il CONTATTO di un abbraccio, quando la sua bocca è PENETRATA dal capezzolo del seno materno o dal latte che ingurgita.
Similmente, la lontananza può essere vitale proprio per stabilire la propria identità, lo spazio separatore dalla madre (vicina, ma non attaccata).
Similmente, il Contatto con la madre può risultargli fastidioso se eccessivo, al punto che ride felice di scalciare libero supino.
Similmente, la Penetrazione in bocca del capezzolo o del biberon può risultare eccessiva al punto da farglielo sputare fuori.
Questo esempio del neonato, ci fa capire che SEMPRE , la vita si svolge in un susseguirsi di VARIAZIONI:
lontano – non lontano, tocco – non tocco, penetro – non penetro.
Variazioni o alternanze che potremmo considerare vibrazioni; vibrazioni come quelle con cui gli atomi delle molecole oscillano attorno alla loro posizione di equilibrio; equilibri basati cioè su una successione di stati di squilibrio: come il camminare, costituito da una serie di cadute in avanti impedite dal fatto che nel frattempo abbiamo posto anche più in avanti un altro piede.
Da questi fatti si ha dunque che ogni uomo, ogni donna, per la sua innata tendenza alla vita, deve creare situazioni che la garantiscano il più possibile nel futuro.
Tali situazioni sono perseguibili mediante la creazione di molecole sociali, mediante il circondarci di un ambiente benevolo, mediante l’acquisizione di amici, amanti che vogliano il nostro benessere, che ci amino (vedasi Psicostasia Fisiognomica).
Tali molecole sono realizzabili dalle tre citate “Forze Distanziatrici Aggreganti” di Lontananza, Contatto, Penetrazione.
Tali forze hanno un’intensità molto differente tra esse: come ordine di grandezza, tale differenza è paragonabile a quella esistente tra le forze gravitazionale, elettromagnetica, nucleare.
Per semplicità, possiamo dire che la LONTANANZA vale 10, il CONTATTO vale 100, la PENETRAZIONE vale 1000.
Per capire tali numeri si può considerare l’emozione che si prova a guardare (Lontananza 10) una persona che ci piace; l’emozione che si prova a baciare o abbracciare (Contatto 100) tale persona; l’emozione che si prova ad avere un rapporto sessuale completo (Penetrazione 1000) con tale persona.
Da questi discorsi siamo ora giunti a dei valori numerici (10, 100, 1000) che ci fanno capire come la sessualità sia importante proprio perché è la Forza Distanziatrice Aggregante di maggiore intensità.
Come tale, la sessualità è ciò che consente di creare le attrazioni e le repulsioni di violenza massima.
Gestire una simile forza, significa pertanto gestire la possibilità di creare, oppure spezzare, i legami di “molecola sociale” più forti.
Ovvero, significa avere la possibilità di creare facilmente le molecole sociali idonee allo svolgimento evolutivo della propria vita.
La donna ha la capacità di attrarre a sé l’uomo per farsi penetrare da esso; l’uomo ha la capacità di penetrare la donna.
Penetrazioni dunque di massimo potere “distanziatore aggregante”.
A tal punto va considerato tuttavia che l’individuo vuole sì aggregarsi, ma conservare pure la propria identità e perciò mantenersi ad una certa distanza: due oggetti compenetrati diventerebbero altrimenti un oggetto solo, che è differente da entrambi.
Al di là del fatto che dalla penetrazione derivi la procreazione o nascita di un figlio, resta il fatto fondamentale che la penetrazione è vitale solo nella misura in cui consenta all’individuo di conservare la propria identità.
Ovvero, che la PENETRAZIONE è vitale solo nel caso che sia in un equilibrio vibrante o oscillante, si – no, dentro – fuori, c’è – non c’è, più – meno, coinvolgendo e interagendo con le altre due forze di CONTATTO e LONTANANZA.
In termini semplicistici: fare l’amore è importante, ma è altrettanto importante staccarsi, farsi semplici carezze; allontanarsi un po’.
Il tutto in un equilibrio adeguato all’entità delle risorse di cui dispongono le due persone.
Risorse che potrebbero alterare i rapporti tra le tre forze.
Esistono persone che preferirebbero semplici carezze o coccole, mentre altre preferirebbero eteree attenzioni romantiche e platoniche.
La stabilità di una molecola sociale dunque, non è proporzionale all’impiego di forze aggreganti intense (penetrazione) bensì all’equilibrio dell’insieme delle citate tre forze.
Poiché la stabilità delle molecole sociali è ciò che conferisce proporzionalmente certezze di vita futura e quindi di gioia, ecco come un eccesso di sessualità non è sinonimo di eccesso di felicità, né di eccesso di vita; anzi, è un fattore di squilibrio e, pertanto, un fattore involutivo di dolore e di morte (infelicità, gelosie, violenza, pazzia, malattie).
Le molecole sociali sono paragonabili alle abitazioni dell’uomo: capanna di frasche appoggiate, capanna di tronchi, casa con muri fatti di pietre sovrapposte, casa moderna in cemento armato.
La aggregante di penetrazione è ciò che costituisce le fondamenta (muri che penetrano nel terreno); ma sarebbe inutile se non fosse possibile a delle cose di essere semplicemente appoggiate: i cardini di porte e finestre, i tavoli, le sedie, i letti. E sarebbe ancora più inutile se questa casa non offrisse uno spazio interno creato dalla distanziazione opportuna tra i muri, tra il tavolo e le sedie o i mobili.
Si potrebbe addirittura dire che il fine della costruzione della casa è proprio la creazione di tali spazi, di tali lontananze, cioè le cose meno materiali: come il piacere di due innamorati di stare in una casa semplicemente sorridendosi, senza fare petting (contatto) né sesso (penetrazione).
Riferendoci ad una coppia umana, il fare all’amore per costruire la coppia è paragonabile al fare le fondazioni di una casa: non devono essere troppo grandi, troppo profonde rispetto a ciò che sarà la casa, altrimenti sarebbe uno spreco di risorse che potrebbe poi impedire di costruire adeguatamente i muri, i solai, gli infissi, gli spazi abitabili; cioè uno spreco che determinerebbe la creazione (macro molecola sociale…) di una casa incompleta o scomoda: come una coppia che litiga e si separa nonostante tanto sesso.
Definiti da quanto sopra esposto i concetti di sessualità e passando ad aspetti più pratici di essa, si può dire che la sessualità è la conseguenza di una capacità di dominio (maschilità) e di una disponibilità ad essere dominati (femminilità).
Tali capacità sono soggettive e derivano da un programma genetico di gestione delle specifiche risorse vitali che, in certe situazioni ambientali, fa ritenere logico il subire le individualità altrui ed in altre situazioni ambientali fa ritenere logico l’imporre la propria individualità nell’ambiente con cui si interagisce.
La femminilità e la maschilità che un individuo può estrinsecare nelle differenti condizioni di vita (il citato programma genetico) dipendono dalle inclinazioni a destra e/o a sinistra del dorso nasale e dalla intima consapevolezza di superiorità e/o di inferiorità espresse dalla rima labiale.
La sessualità di un individuo dunque non dipende dal fatto che egli sia uomo oppure donna: esistono donne più maschie di tanti uomini, come pure esistono uomini più femmine di tante donne.
Ciò è quanto risulta dalle scoperte della Psicostasia, esposte nei miei libri e sinteticamente illustrate nell’omonimo sito www.psicostasia.it.
La conoscenza di tali scoperte è molto importante per consentire a chiunque di conoscere la sua totalità sessuale senza tabù e senza fuorvianti esaltazioni.
La generalità delle persone pensa intimamente di essere omosessuale, ma non considera che la femminilità e la maschilità coesistono in ciascuno di noi come fatto naturale imprescindibile.
Tale bisessualità non è un fatto generico, come vagamente deducibile da teorici ormoni o da congetture psicologiche.
QUANTO ciascuno di noi è maschio e QUANTO è femmina (indipendentemente dal fatto che si tratti di uomo o di donna) è MISURABILE con precisione matematica mediante l’analisi effettuata con le leggi scoperte dalla PSICOSTASIA sulla forma del naso, della bocca, delle orecchie.
Tale misurazione consente inoltre di conoscere in QUALI SITUAZIONI AMBIENTALI tali sessualità vengono espresse.
Le comuni concezioni sessuali sono completamente sbagliate e sono causa di tragedie individuali e di degenerazione sociale.
Le comuni concezioni sessuali sono causa di frustrazione, di infelicità. Esse spingono l’individuo ad auto-distruggersi sfidando situazioni di pericolo: scontri di violenza fisica con altri individui, incidenti stradali, ricerca di sensazioni che facciano perdere il senso di una realtà dolorosa mediante alcool e droghe.
Ritengo dunque opportuno far conoscere le mie scoperte su tale argomento.
Tornando a considerare che, in termini essenziali la sessualità è finalizzata alla creazione di legami psicologici di massima intensità, per consentire all’individuo l’appartenenza a “molecole sociali” (coppia, amicizie, famiglia, club, condominio, ambito lavorativo, partiti politici, associazioni di vario genere, eccetera), va detto che tale sensazione sessuale è un SURROGATO DI VIOLENZA.
Nel senso che la sua origine sta nel DOMINIO che regola l’esistenza di qualsiasi forma di vita.
Dominare significa infatti prevalere, utilizzare ciò che ci sta attorno per la nostra vita.
Il dominio (linea del naso vista dal davanti) richiede tuttavia la violenza fisica; il dominio, nella sua espressione primaria lo si può esercitare solo con la forza, con la violenza.
Questa aspirazione dell’individuo a dominare l’ambiente con la forza si scontra tuttavia con il fatto che tale ambiente è costituito anch’esso da individui che, a loro volta, vogliono vivere, e che perciò debbono esercitare un dominio.
Individui che potrebbero essere tanti, e che potrebbero coalizzarsi tutti contro il singolo individuo che volesse esercitare il suo dominio di violenza.
E’ facile capire che tale aspirazione del singolo a dominare l’ambiente con la sua violenza fisica, in ultima analisi, è difficilmente attuabile.
Ecco pertanto che l’individuo, per aumentare le sue possibilità di dominare l’ambiente, ha creato delle regole finalizzate a rendere l’ambiente più benevolo verso di lui.
Queste regole sono quelle dell’amore (linea del naso visto di profilo), mediante le quali si è convenzionalmente stabilito ciò che è buono e ciò che è cattivo; ciò che è positivo e ciò che è negativo; si è cioè definita l’ETICA.
In questo modo l’individuo poteva aumentare le sue possibilità di vivere mediante la benevolenza che egli poteva suscitare nell’ambiente, nella collettività, rispettandone le volontà (regole di coesistenza sociale).
In altri termini, l’individuo poteva esercitare violenza nell’ambiente quanto più l’ambiente lo amava e quanto più rinunciava a fargli del male: appunto perché se tale ambiente ama l’individuo, gli vuole bene, vuole il suo benessere.
Un esempio di tale concetto è offerto dal bambino che può aggredire i suoi genitori ed imporre ad essi le sue volontà a causa del fatto che essi LO AMANO.
Più un genitore ama il suo bambino più si lascia dominare da esso, più subisce le sue violenze.
Il dominio che esercita tale bambino non è assoluto; esso è relativo alla quantità di amore che l’ambiente (i suoi genitori) gli rivolge.
In modo analogo, qualsiasi individuo trae la sua capacità di violenza (linea della bocca vista dal davanti) da quanto egli si sente amato dall’ambiente in cui vive (linea del profilo del suo naso).
A questo punto l’individuo ha la possibilità di esercitare il suo dominio: ma tale dominio vuole esercitarlo con violenza fisica, oppure no? Se l’individuo non ha capacità o volontà di esercitare violenza fisica, allora egli esercita tale dominio con un SURROGATO DI VIOLENZA: la maschilità, l’imposizione della sua penetrazione sessuale.
Ecco, pertanto, che la sessualità maschile è data dalla combinazione di una capacità di dominio (inclinazione a destra della sua linea del naso nel punto del naso corrispondente allo specifico valore ambientale costituito dall’individuo dominato) con una sua incapacità di violenza fisica o inferiorità (inclinazione a “V” della sua linea della bocca nei punti corrispondenti allo specifico valore ambientale costituito dall’individuo dominato).
Il ragionamento è un po’ complesso, ma la legge che regola la sessualità è questa, ed è questa che va spiegata.
Va capita, perché è essa che spiega qualsiasi comportamento umano.
Nel senso che l’individuo è violento fisicamente quando non vuole o non può esercitare la violenza sessuale.
Più l’individuo è inferiore, più è sorridente, più egli ha capacità di imporre o esercitare la sua maschilità.
Più l’individuo è superiore (inclinazione della bocca) più egli ha capacità o necessità di subire o esprimere la sua femminilità facendosi penetrare.
Ciò vale sia per gli uomini che per le donne.
Per maggiore completezza va aggiunto che il dominio (esercitato oppure subìto), oltre che associato ad una violenza (imposta oppure subita) è abbinato ad una progressività di azione (forma delle orecchie): nel senso che se l’individuo tende proporzionalmente ad evitare l’esercizio della sua violenza fisica (bordi morbidi delle orecchie) egli è proporzionalmente propenso ad accettare violenza sessuale dall’ambiente corrispondente.
Per contro, più l’individuo è pronto a “scontrarsi fisicamente” subito con il suo ambiente antagonista (nervature dell’orecchio sporgenti e quindi orecchie senza bordo morbido nei corrispondenti ambienti) più egli rifiuta di essere penetrato sessualmente, più egli è dotato cioè di una corazza di aggressività.
Considerando l’implicito significato di vittoria connesso con la penetrazione imposta mediante la maschilità e l’implicito significato di sconfitta o di negatività connesso con l’essere penetrati sessualmente, è facile capire perché gli individui con il loro naso inclinato a destra hanno le loro orecchie con bordi morbidi; e, per contro, perché gli individui con le orecchie che sporgono con le loro nervature interne sono quelli che hanno il loro naso inclinato a sinistra.
Per altri versi si può dire che l’individuo si fa penetrare (cioè accetta la violenza sessuale) per evitare la ben più pericolosa violenza fisica.
Meno l’individuo è disposto a litigare, più egli è disposto a svolgere ruoli sessualmente femminili, appunto per evitare la violenza fisica dell’ambiente.
Per contro, va considerato che le persone aggressive, sempre pronte a scontrarsi fisicamente generalmente sono quelle che accettano i rischi per la propria vita.
Ma chi accetta con facilità di perdere la propria vita è chi non ama la propria vita, perché è una vita infelice.
E la vita è infelice quando è senza prospettive future; ed è senza prospettive future quando l’individuo non ha la capacità di dominare in un modo abbondante e felice: ovvero quando non è capace proporzionalmente di avere “potenza sessuale maschile”.
Tutte queste considerazioni non sono generiche come sembrano; esse si riferiscono con precisione assoluta alle linee del volto specifiche di ciascun individuo, esaminate con i criteri scientifici definiti dalla PSICOSTASIA.
Proseguendo nel discorso e riferendoci all’accettazione morale di un proprio ruolo sessualmente femminile (sia di uomini che di donne), è consequenziale che la citata necessità di evitare il pericolo di una violenza fisica mediante l’accettazione di una violenza sessuale dipende dalla capacità di PERCEPIRE tale pericolo.
Ecco dunque che l’organismo umano, per poter evitare di dover accettare ruoli femminili subendo penetrazioni sessuali (violenza sessuale) ha creato due proprietà: la proprietà di VEDERE PIU’ PICCOLO il mondo, cioè il pericolo ambientale, mediante la capacità di vedere nitidi solo gli oggetti vicini (occhiali con lenti che rimpiccioliscono) e la proprietà di ESALTARE IN SENSO OTTIMISTICO sé stessi creandosi un equilibrio psicobiologico ad elevata “pressione psichica” (intima vanità espressa dalla superficie tra occhio e sopracciglio).
Ne consegue che le persone più forti, ma amanti della vita e prudenti, sono quelle più propense all’accettazione della violenza sessuale ambientale; tali persone sono quelle che addirittura vedono il mondo “più grande di quello che è”.
Sono queste persone che adottano occhiali con lenti che ingrandiscono gli oggetti.
Tali persone sono generalmente anche quelle “meno gasate”, più aderenti alla realtà, più umili, più pessimiste, più perdenti, a BASSA PRESSIONE PSICHICA (sopracciglia molto basse, quasi a coprire gli occhi).
Chi vince, infatti, non è chi è forte, bensì è chi vuole vincere, chi vuole dominare ed esercitare autorità negli ambienti deboli.
In termini “psicostasici” è colui che ha un’inclinazione della punta del naso verso la destra del proprio volto (partendo dalla zona vicino agli occhi e proseguendo verso la zona delle narici).
L’orizzontalità costituita dalla larghezza della bocca costituisce, invece, i campi ambientali relativi alle parti destra e sinistra del corpo cooperanti alla sintesi sessuale, ed ai quali si riferiscono i citati singoli valori di maschilità e femminilità.
Un ulteriore importante fattore di intervento sul come il DOMINIO possa sfociare in sessualità è costituito dalle due labbra.
Le labbra esprimono la disponibilità dell’individuo a fornire le risorse energetiche necessarie a dare corposità alla sessualità.
In altri termini, più le labbra sono sviluppate, più la rispettiva sessualità è inibita, rifiutata, impoverita.
Il labbro superiore, con il suo sviluppo verticale esprime l’inibizione di maschilità.
Il labbro inferiore, con il suo sviluppo verticale esprime invece l’inibizione di femminilità.
In termini semplicistici, più è sviluppato il labbro superiore, più l’individuo reprime biologicamente la sua maschilità; per contro più è sviluppato il labbro inferiore più l’individuo reprime biologicamente la sua femminilità, ovvero più è dotato di esuberanza fisica, di una forza che gli possa far combattere l’ambiente per non subire la sua violenza sessuale.
La conoscenza della sessualità mediante la PSICOSTASIA FISIOGNOMICA consente dunque di capire le ragioni del comportamento umano e quindi capire il senso dei propri comportamenti in un’ottica positiva di evoluzione felice della propria vita, privata delle aberrazioni generate dalla cultura dell’attuale perversa collettività umana.
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